Freaking out: tutti pazzi per il cibo italiano! A cura di Sara Di Paolo.

Sara Di Paolo
Sara Di Paolo

Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

Per continuare a seguirci, visita la sezione News e collegati ai nostri canali social:

Negli ultimi tre mesi il mondo social, web e press intorno al cibo italiano sembra andato un po’ “fuori di zucca”

Continua il viaggio intorno all’Italian Food nell’anno del Cibo Italiano 2018. Gli ultimi mesi, da inizio agosto ad oggi, hanno registrato oltre 15.000 menzioni (tra web, social e press) con una media di 160 al giorno, di cui metà in italiano e metà in inglese. Il “picco” più alto è del 4 di agosto in occasione della Notte Bianca del Cibo Italiano. I contenuti riservano diverse sorprese e il dibattito risulta nel complesso particolarmente acceso.

Accanto ad iniziative di alto rilievo culturale – dal ricordo di Pellegrino Artusi alla “gastronomia come forma d’arte” a Catanzaro – si scatenano scurrili polemiche. Uno per tutti, questo tweet, tra i più virali del periodo: “Vanno all’estero, ordinano cibo italiano e si lamentano che fa cag*** MA GRAZIE AL CAZ**”. (Nel tweet originale gli asterischi non ci sono).

Anche la politica non è da meno: chi lo usa per attaccare l’attuale governo italiano (“L’Anno dei cammini, l’Anno dei Borghi, del Cibo italiano, la Capitale italiana della #cultura: tutto smontato per un capriccio. Il turismo con l’agricoltura è un caso unico al mondo” tuona il PD sui social) o per rafforzare alcune delle sue politiche  (Salvini spopola con “Alla faccia dell’Europa che vuole portarci in tavola ogni tipo di schifezza, io mangio (e bevo) italiano!” e similari)…

Italian Food

Mentre le pizze americane si riempiono di sottaceti con relativi dibattimenti tra puristi e non, la festa internazionale della pasta – celebrata ad ottobre in vari luoghi del mondo dagli Emirati Arabi all’Arizona – genera uno sconsolato commento, tutto italiano:

#WorldPastaDay. Giornata più sbagliata non poteva essere inventata. Non esiste una pasta decente là fuori. Ogni volta che vedo una trasmissione straniera che cerca di preparare cibo italiano… ? Perchèèè?! Peeerchèèè?!?!?! Il mondo non ci merita. ?”.

Insomma, tre mesi un po’ faticosi per l’Italian Food, menomale che arrivano in aiuto Pellegrino Artusi, Papa Francesco e un “mondo minore” (si fa per dire, solo perché è meno noto) fatto di storie locali ed eventi autentici. Vediamo come.

Nella notte del 4 agosto, il mondo ha celebrato Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana, nato appunto il 4 di agosto del 1820 a Forlimpopoli in Emilia Romagna.

Il suo libro – la “Scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” (la cui prima edizione risale al 1891) con oltre 700 ricette accompagnate da riflessioni e aneddoti dell’autore – è tuttora un best seller mondiale. La prima “Notte Bianca del Cibo Italiano” – voluta dai Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo – si è così tradotta in una vera e propria kermesse internazionale con chef di tutto il mondo alle prese con le ricette di Artusi.

Da Rimini a Los Angeles, da Firenze a Toronto, cuochi e appassionati cucinano e festeggiano. Nel mondo dei social e del web, moltissimi scrivono e commentano. Fra tutte, “vince” una ricetta. É la numero 675 del ricettario Artusi: la zuppa inglese!

Parte da un libro anche il coinvolgimento di Papa Bergoglio. Dal monitoraggio intorno al Cibo Italiano – in lingua inglese e italiana – effettuato grazie alla piattaforma Web Distilled – si rileva infatti una discreta attenzione al libro di Roberto Alborghetti (edito da Elekta Mondadori) “A tavola con papa Francesco. Il cibo nella vita di Jorge Mario Bergoglio” (finalista al Premio Bancarella Cucina 2018).

Si scopre così che Papa Francesco, prima di laurearsi in Filosofia e Teologia, si è diplomato in Chimica degli Alimenti e che, oltre al valore dell’alimentazione e al suo significato religioso, Francesco è legato al cibo anche da alcune specifiche ricette, buone e semplici, che accompagnano la sua vita e ne portano con sé precisi significati: il Risotto alla Piemontese lo riporta alle sue radici familiari, Asado e Empanadas rappresentano ovviamente l’Argentina, mentre i Maccheroni al forno con Ragù napoletano e mozzarella di Bufala – tra i suoi piatti preferiti – li ha mangiati durante una visita ai detenuti delle carceri campane.

Comunque, senza voler offendere nessuno, anche in questi ultimi tre mesi di monitoraggio, il Pesto batte Sugo e Ragù per numero di citazioni correlate all’Italian food (40,4% contro il 33,1%), seguono Carbonara e Amatriciana (rispettivamente al 19,8% e 6,7%). Il gelato batte il tiramisù 4 a 1. La Pizza spopola sempre, e anche la pasta grazie ad alcuni specifici avvenimenti.

Italian Food

Il #WorldPastaDay, celebrato il 25 ottobre, è promosso dalle industrie italiane di produzione della pasta e dalla IPO – International Pasta Organization, oltre che da vari enti e Ministeri italiani.

Quest’anno, per i 20 anni della manifestazione, è stata scelta Dubai come “capitale mondiale del cibo più universale che esista”. “La pasta incontra il mondo” è il payoff dell’evento, oltre 5.000 le menzioni registrate senza escludere interventi di grande rivincita per il nostro piatto nazionale, come ad esempio: “la pasta non fa ingrassare e rende felici!”.

Giusto per non creare confusione, gli Stati Uniti però hanno festeggiato il loro #NationalPastaDay, anche una settimana prima, ed esattamente il 17 ottobre, con un pullulare di articoli e consigli a partire da questo assunto: “If you can’t make it to Italy today, you’re probably looking for somewhere local to celebrate National Pasta Day”. (Se non puoi essere in Italia oggi, stai probabilmente cercando il posto giusto per celebrare la Giornata Nazionale della Pasta), a seguire decine e decine di suggerimenti e commenti su dove andare a mangiare un buon piatto di pasta dal Wisconsin all’Illinois, eccetera.

Gli italiani si indignano (“Mi sono sempre chiesto cosa spinga le persone a cercare il cibo italiano all’estero”) e, come sempre, al tempo stesso si ingegnano: è di pochi giorni fa il lancio sul mercato della APP “MammaItalia”. Una mappa interattiva dove non si trovano musei o monumenti, ma negozi di alimentari che vendono cibo italiano al 100%. Provare per credere.

Per chi invece in Italia ci vive, non dimentichi di tenere d’occhio le decine di iniziative che nell’Anno del Cibo Italiano 2018 ravvivano luoghi meravigliosi, forse meno noti di altri.

In questi mesi, si sono distinti:

  • il Parco Naturale del Beigua con #gustosipernatura, una serie di iniziative per camminare, degustare e conoscere tutti i prodotti tipici locali, dai formaggi, ai dolci, alla birra;
  • Montefalco e più in generale le Città dell’Olio dell’Umbria con iniziative promozionali per conoscere e assaporare uno dei nostri prodotti agroalimentari più apprezzati, l’olio extravergine di oliva;
  • infine al Mugello è in mostra presso il Centro di Documentazione Archeologica di Sant’Anna un pestello del Paleolitico, rinvenuto a Bilancino e risalente a 30.000 anni fa.

In conclusione, andare un po’ “fuori di zucca” – parlando di Cibo Italiano –  è comprensibile perché è una storia che arriva davvero da molto lontano.

L’utilizzo di strumenti avanzati di monitoraggio, come Web Distilled, applicati a specifiche aree di interesse (come nel caso dell’Italian Food), settori economici o brand aziendali, consente di ampliare la propria conoscenza sul tema, individuare trend e segnali deboli, avere informazioni sempre aggiornate per impostare al meglio le proprie strategie di comunicazione e operare concretamente nello sviluppo del proprio mercato.

Sara Di Paolo


Credits Immagini:

1:Elena Pimonova
2:Nikkiphoto