Impara la semplificazione e mettila da parte. Per le Pubbliche Amministrazioni e non solo.

Natalia Robusti
Natalia Robusti

Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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Semplicità? Niente di meno facile…

 

“Scusami se ti ho scritto una lettera lunga.
Non ho avuto il tempo per scriverla più corta.”

Blaise Pascal

Che la semplicità sia un traguardo particolarmente complesso da raggiungere, è un dato di fatto facilmente visibile in tutti gli aspetti della nostra vita.

Più cerchiamo di semplificarcela, infatti – magari con l’ausilio di artefatti vari e nuove tecnologie – più la complichiamo nostro malgrado, trovandoci a doverne poi gestire gli aspetti manutentivi.

Questa stessa considerazione, se applicata al tema della tanto vituperata burocrazia, ci potrebbe forse portare a valutazioni più mitigate e clementi di quelle che, puntualmente, ciascuno di noi fa ogni volta che si incontra-scontra con i suoi cosiddetti “lacci e lacciuoli”.

La complessità insita in molte delle procedure di “semplificazione” in cui ci imbattiamo quotidianamente, infatti, è difficile da sintetizzare, necessitando a sua volta di cambiamenti di status, innovazioni e aggiornamenti vari.

Accade così che gli strumenti o le pratiche che ci dovrebbero consentire di attraversare indenni (o quasi) gli iter normativi e burocratici, che dobbiamo nostro malgrado adempiere, si aggrovigliano invece nel tempo, anziché sbrogliarsi. È il caso del processo (interminabile) di digitalizzazione che stiamo attraversando.

Ma, al di là dell’attualità, cercando esempi virtuosi cui fare riferimento, sembra che ci sia poco da fare, perché – incredibile ma vero – questo non è un problema solo attuale e contingente, ma si perde nella memoria dai tempi dell’uomo cosiddetto “moderno”, e prima ancora.

 


Burocrazia: da dove viene, dove conduce.

L’origine della parola, “burocrazia”, ci riporta essa stessa alla fusione di lingue e culture differenti: l’origine francese del termine, bureaucratie, formato (sul modello di aristocrazia) con l’astratto cratie – dal greco antico krátos “forza, potere”), preceduto da bureau (“ufficio pubblico”) risale al XVIII secolo.

Continuando a essere clementi, possiamo osservare come la burocrazia, seppure ostica, sia finalizzata a rendere accessibili, attraverso iter e procedure, beni o risorse (materiali o immateriali che siano) che in altri contesti politici e sociali sono, nella migliore delle ipotesi, affidate al singolo che è in grado di attingervi (pensiamo all’istruzione) e nella peggiore sono del tutto indisponibili, come ancora oggi accade nelle teocrazie e nelle dittature (pensiamo alla libertà stessa).

La burocrazia, quindi, con tutti i suoi limiti, è la concretizzazione di un potere amministrativo che cerca di rendere standard e disponibili (in teoria) procedure di accesso ai beni e alle risorse. Il tutto (ancora in teoria) secondo regole pubbliche e trasparenti.

Regolamenta dunque iter e percorsi che, in una società stratificata, sarebbero impossibili da gestire tramite semplici passaggi di consegne o interazioni anche di gruppo. Attinge dunque fin dal suo esordio a materie “complesse”, e tenta di normarne e favorirne (sempre in teoria) l’accesso.

Dicevamo che non sono solo “matasse” dei giorni nostri, queste, da sbrogliare. Uscendo dalla nostra lente contingente di osservazione, ad esempio, ricordiamo che uno degli istituti burocratici più antichi e utili – e che si è evoluto di recente – è ad esempio la posta.


Va dove ti porta il postino.

Come sarebbe stato mai possibile, per un singolo, far avere un messaggio al di là dell’oceano a chiunque?

E come sarebbe stato possibile organizzare una tale “filiera” – deputata alla distribuzione delle comunicazioni e delle informazioni, anche vitali – tanto estesa geograficamente e duratura nel tempo – senza un’idonea organizzazione di tipo burocratico?

La burocrazia, seppure tanto bistrattata, può anche fare la fortuna di una nazione – pensiamo ai modelli di welfare del nord Europa – così come può sprofondarla in un labirinto kafkiano senza sbocchi –e qui i modelli da citare sarebbero fin troppi…

Per fare un esempio che non sia dei giorni nostri, ad esempio, citiamo un epoca non sospetta, ovvero i primi decenni del secondo Ottocento, in cui fu l’impero asburgico a soccombere sotto il peso di un apparato burocratico sovradimensionato rispetto alle possibilità economiche e organizzative dell’epoca.
Oggi il “pallino” – per così dire – è nel campo di gioco del famigerato passaggio dall’analogico al digitale. Che, in questo momento, fatica a decollare.


E tuttavia noi –
né apocalittici né integrati, ma inguaribilmente ottimisti – consigliamo innanzitutto la lettura un articolo che riporta una serie di casi in cui il bene comune è ben organizzato, condiviso e applicato… Si va dalla “differenziata a fastidio zero” all’Intelligenza Artificiale che risponde ai quesiti dei cittadini nei Social Network della Pubblica Amministrazione.


Infine una notizia di cui andiamo fieri!

La nostra autrice Paola Chiesa, vice-sindaco di Baldissero, è la coordinatrice del MaB’s Ambassador, che è stato tra i vincitori del premio “Piemonte Innovazione” indetto da ANCI Piemonte e Forum PA. Si tratta di un progetto che è il primo esempio in Italia di Riserva di Biosfera in ambito urbano di cui il Comune, insieme ad altri 84, fa parte dal mese di marzo 2016.

Il progetto ha coinvolto gli studenti residenti che frequentano il Liceo Monti e l’Istituto Tecnico Vittone di Chieri, e ha potuto contare sulla collaborazione attiva dell’Ente di gestione delle Aree Protette del Po Torinese, dell’Associazione italiana Giovani per l’UNESCO – Dipartimento Piemonte, del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, dell’Associazione culturale Albacherium.

Il tutto così, come piace a noi: quotidianamente e… semplicemente!

 

PA