I cicli del riciclo: rifiuti e smaltimento responsabile.

Maps Group
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Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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Esistono situazioni in cui il raggiungimento di un obiettivo implica il superamento di un punto di vista strettamente individuale, a vantaggio di uno collettivo. Anzi, il personale e il privato sono il luogo in cui esercitare un “io” che è prima di tutto parte di un “noi”, dove l’azione del singolo deve unirsi all’azione di un altro singolo perché si ottenga il risultato finale perseguito.

È il caso dei comportamenti responsabili in tema di ambiente: come tessere di un mosaico, se ne apprezza il valore solo se li si osserva da una prospettiva superiore e – per così dire – da una certa distanza.

Questo concetto di individualità al servizio della collettività è alla base della cosiddetta responsabilità condivisa. Se la normativa prevede infatti precise responsabilità per imprese e società nella gestione del ciclo dei rifiuti, di fatto ogni singolo cittadino è chiamato a contribuire al corretto smaltimento per quanto gli compete.

Tale responsabilità condivisa ha la sua radice in quelle che vengono definite le “4 R” dei rifiuti: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo e Recupero – di cui abbiamo parlato nell’articolo “Buone pratiche di riciclo… anche in estate!” – e a cui si aggiunge la quinta R di Raccolta, passaggio imprescindibile per un’organizzazione efficiente del ciclo dei rifiuti.

Ma a cosa ci riferiamo di preciso quando parliamo di rifiuti? Dal sito del Ministero dell’Ambiente si ricava la seguente definizione: “Le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, sono definiti rifiuti”, distinguendo tra rifiuti urbani e speciali (quelli prodotti da industrie e imprese), pericolosi e non pericolosi.

Ma soprattutto il rifiuto può diventare risorsa, ed è qui che entra in campo la responsabilità di ognuno in merito a raccolta e riciclo.

La situazione in Italia, secondo gli ultimi rapporti di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) riferiti all’anno 2014, vede il nostro paese a quota 75% dei rifiuti speciali riciclati, al secondo posto in Europa dove la media è del 46%.

Mentre per i rifiuti solidi urbani  la percentuale di riciclaggio è del 42%, con un 31% di rifiuti ancora destinati alla discarica. Riguardo al dato della raccolta differenziata poi, i rifiuti urbani si attestano al 45,2% (il raggiungimento di un obiettivo che era stato fissato dalla normativa all’anno 2008).

E sempre per quanto riguarda la particolare categoria degli imballaggi, l’Italia vanta un modello virtuoso per il loro riciclo: si tratta di CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi. Con un efficiente ciclo dei rifiuti, l’esempio di CONAI dimostra come si possano coniugare il rispetto dell’ambiente con un vantaggio sociale ed economico, visto che sono stati generati anche 37.000 posti di lavoro e un giro d’affari di 9,5 miliardi d’euro.

Tanto più se si considera la mole di rifiuti che ogni anno produciamo: nel 2014, in Italia sono stati 130,6 milioni le tonnellate di rifiuti speciali e 30 milioni di tonnellate i rifiuti urbani.

Per questo diventa importante puntare proprio sul concetto di responsabilità condivisa per valorizzare i rifiuti, recuperando materie prime, e trasformando così lo scarto in risorsa.

Come detto, le aziende hanno precisi obblighi in merito allo smaltimento dei rifiuti e alla loro tracciabilità, con il rischio di sanzioni nel caso di procedure non puntuali. Anche in questo ambito la tecnologia digitale è una risorsa significativa perché può fornire sicuri strumenti di gestione, come il cloud di Greennebula, sviluppato da Memelabs di Maps Group, proprio per gestire le autorizzazioni ambientali.

Ma anche i privati cittadini sono tenuti ad applicare un corretto smaltimento. E se è vero che chi si informa (e informa) è già a metà dell’opera, allora anche noi di 6memes faremo la nostra parte, avviando con questo articolo una rubrica che approfondirà i “cicli del riciclo”, tanto prezioso per la salvaguardia dell’ambiente, affrontando di volta in volta i vari materiali destinabili a seconda vita, come carta, vetro, acciaio, alluminio, legno e plastica.

 

approfondimenti

Per saperne di più


www.greenme.it