Via la corrente? Non c’è problema: tutti al telefono!

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Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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Di tutti gli effetti collaterali che la mancanza di elettricità può generare, quello del conseguente picco di comunicazioni è il meno sorprendente di tutti, almeno a prima vista. È infatti tipico, in caso di imprevisti, cercare immediatamente di orientarsi rispetto alla nuova situazione, ed è normale che questo tentativo di adattamento passi in primo luogo dall’intercettare informazioni dai propri simili.
Ma se un tempo, non appena andava via la corrente elettrica, bastava affacciarsi dalla finestra di casa per chiedere a un vicino se anche a lui (o lei) mancava la luce, oggi il metodo più rapido per avere notizie certe è quello di chiamare qualcuno al telefono. Anzi, con l’invasione dei social media da cui tutti siamo presi, non serve più nemmeno telefonare. Bastano un post o un tweet ben piazzati, e il gioco è fatto.

Alla finestra di questo flusso di conversazioni, da qualche mese – come preannunciato dal precedente articolo – ci siamo messi noi. Ad osservare, attraverso la lente di Webdistilled, come quando e perché le persone parlano di corrente elettrica. Che manca. Che forse tornerà. Ma quando???
Per fortuna di tutti, in linea di massima e salvo imprevisti, le organizzazioni complesse che necessitano in maniera vitale di corrente elettrica (ospedali, aeroporti etc) sono dotati di gruppi elettrogeni in grado di supplire all’assenza della fonte usuale di elettricità.
Ma cosa accade invece al singolo cittadino, che invece la mancanza di corrente la subisce, eccome?
Siamo andati a curiosare tra i commenti e le cifre che il nostro monitoraggio – VISIBILE CLICCANDO IL PULSANTE QUI SOTTO, e tuttora attivo – ha prodotto dal febbraio ad oggi, alla ricerca di spunti e conversazioni sul tema.

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Che cosa ci raccontano i flussi di dati di questo “video” in tempo reale? Ci svelano una serie di cose che noi umani potevamo forse immaginare, e altre invece no.
Per quanto riguarda i picchi di conversazioni in occasione dei blackout, come è visibile dal grafico sottostante, tra le tante, piccole impennate di conversazioni registrate, si mettono in evidenza due picchi principali: uno generatosi attorno alla prima settimana di Luglio, dovuto in gran parte all’accensione di tanti condizionatori – anche se qualcuno ne ha approfittato per dare la colpa ad Expo – e l’altro in Agosto, dovuto all’incendio nell’aeroporto di Fiumicino, con le relative agitazioni.

Grafico flusso comunicazioni blackout

Per quanto concerne invece le performance delle pittaforme social più interessate da questo tipo di comunicazioni, qui si mostra l’evidenza: in questo tipo di conversazioni è Twitter a farla da padrone, come illustra il grafico seguente, che surclassa Facebook alla grande, proprio per le sue caratteristiche di immediatezza.
Andando invece più a fondo nelle analisi una per una, di cosa parlano gli italiani quando va via la corrente casa per casa, ufficio per ufficio ? distribuzione conversazioni socialI temi e i registri utilizzati nelle conversazioni sono i più disparati, anche se l’ironia è abbastanza frequentata, almeno nel campione che abbiamo analizzato.
Come era immaginabile la gran parte delle conversazioni riguarda proprio il fatto in sé: la mancanza di corrente elettrica agisce come un  vero e proprio interruttore che spegne non solo la luce, ma interrompe le varie attività. Il tono va dall’irritazione spinta: “Io pago la bolletta e voi mi regalate un blackout” all’ironia che alleggerisce le cose: “La cosa ridicola è che le case sono spente ma i lampioni accesi”.
Ma esistono anche topic ben precisi e condivisi che spopolano anche in questo tipo di chiacchiere, e che si distinguono dalla gran parte degli argomenti di conversazione.
Innanzitutto il tema del caldo, che questa estate l’ha fatta, e ancora la fa, da padrone. E poi i problemi di origine quotidiana.
C’è chi parla così, per lamentarsi: “Bello stare senza corrente mentre ci sono 8000°”, e chi, in maniera pragmatica, risale alla fonte (ipotizzata) del problema: “Troppi condizionatori accesi, black-out in tutta la città”.
C’è poi chi la mette sul romantico, acchiappando la palla al balzo: “E stasera si cena a lume di candela…” e chi invece va alla ricerca di tecnici che risolvano il disservizio con una certa, malcelata irritazione: “Tra quanto mi fate tornare la corrente?”

Inaspettatamente poi, anche in questo caso, il fenomeno di Expo – che soprattutto nell’area lombarda sembra fagocitare molte delle conversazioni in atto – riesce a mettersi in primo piano, spesso  per fare da capro espiatorio: “Ma quanto consuma ‘st #AlberodellaVita acceso?”. O, ancora: “Casualità o l’albero della vita si nutre dell’energia dei cittadini?”.
Ed ecco che, subito dopo le presunte tentazioni vampiresche di Expo, gli italiani ritornano, come si dice, “a mamma”.
Il primo premio nelle conversazioni non legate al caldo, infatti, lo vince… il frigorifero, custode di leccornie e prelibatezze a cui il Bel Paese, come da tradizione, evidentemente, non vuole rinunciare.

Un esempio di tale differenziazione di contenuti è visibile nella mappa sottostante, che rappresenta la distribuzione dei temi di conversazione nella città di Milano durante i blackout di Luglio:

cartina milano conversazioni twitter

E se vogliamo spulciare ancora più a fondo tali chiacchierate, ecco l’estrapolazione di alcune conversazioni ad esempio sul tema del cibo da conservare, e qui non si ride mica tanto: “La roba in freezer un disastro!”, oppure: “Ritorno a casa con sorpresa… freezer sbrinato causa blackout”.
Il tono delle chiacchiere si riprende invece in una sorta di metacomunicazione, quando si parla di un altro oggetto “mitologico”: tra le prime preoccupazioni che la gente comune si pone, c’è infatti quella per un oggetto indispensabile, il cellulare.
E qui ci si divide tra le cicale: “Sono con il 5% di batteria e senza corrente elettrica…” e le formiche, come al solito previdenti: “Per fortuna sono intelligente e ho la batteria esterna carica per le emergenze”.
Tutti, in ogni modo, sono sul pezzo. Sino a che il cellulare avrà un briciolo di batteria carica, ovviamente.

Cosa possiamo quindi dedurre da tutto ciò, alla fine di questo monitoraggio tra il serio e il faceto? Innanzitutto che spesso i luoghi comuni sono veri, come dimostra l’attaccamento a un elettrodomestico come il frigorifero. Primo: la pancia piena :-).
In secondo luogo che il cellulare e i dispositivi mobile in generale sono salvagenti da utilizzarsi in più occasioni, e il solo pensiero di doverne fare senza genera una sorta di astinenza preventiva.
Terzo, che gli italiani non si smentiscono mai, e, tra una battuta, un’ipotesi di complotto e un reclamo insistente, hanno sempre la battuta pronta. E un pizzico di ironia che non guasta mai!
Buona corrente a tutti!

distribuzione tematiche twitter corrente

 

approfondimenti

Monitoraggio realizzato da:
Webdistilled, Gruppo Maps

Lingue: solo italiano.
Periodo: dal 1 Febbario 2015 ad oggi (tuttora attivo).
Fonti: Social network.
Temi monitorati: mancanza energia elettrica, mancanza luce, mancanza energia, mancanza corrente, blackout.