Dati aperti, anzi spalancati verso il futuro!

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Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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Nomen omen, possiamo dire senza dubbio in questo caso. O, per farla più semplice: basta la parola! La lingua inglese ci mette di fronte a termini particolarmente concisi e tuttavia espressivi, capaci di mettere immediatamente a fuoco il punto del discorso nella sua luce più rappresentativa. Questo è il caso dell’accostamento di due parole all’apparenza estranee: il sostantivo data (nel senso di elemento, parte costituente) e l’aggettivo open (aperto, senza barriere né limitazioni) che insieme definiscono gli Open Data, termine che anche il legislatore italiano ha definito formalmente nel 2012, inserendolo all’interno del Codice dell’Amministrazione Digitale.

Eppure, anche se aperti, questi stessi dati debbono possedere alcuni requisiti per essere tali, ovvero:

  • la disponibilità secondo le concessioni di una licenza che ne consenta l’uso da parte di chiunque, anche per utilizzarli commercialmente;
  • l’accessibilità e interoperatività attraverso le varie tecnologie, comprese le reti telematiche pubbliche e private.

Dal punto di vista storico – perché non sembra, ma questi dati vengono da lontano – possiamo dire che vi sono dei precursori, come ad esempio:

  • il fenomeno dell’Open Content che si occupa sia di opere creative che di ingegno e ricerca;
  • l’Open Source che promuove la diffusione e il riuso di software, mediante la condivisione del codice sorgente, per creare nuovi prodotti a partire dal lavoro fatto da comunità di sviluppatori.

E anche se la classificazione in cui gli Open Data trovano la propria ragion d’essere è comune, si tratta in realtà di dati che hanno possibilità di “apertura” diverse. Non solo, ma hanno anche prospettive e ruoli da assolvere differenti, in base alla titolarità dei dati.
Per riassumere le loro caratteristiche possiamo dunque riferirci a una definizione largamente condivisa: “I dati aperti sono dati che possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati e ridistribuiti da chiunque, soggetti eventualmente alla necessità di citarne la fonte e di condividerli con lo stesso tipo di licenza con cui sono stati originariamente rilasciati.”
E se pensiamo all’attuale società definitivamente globalizzata in cui accessibilità, interattività e intelligibilità sono gli ingredienti basilari della comunicazione, allora non possiamo che riflettere sulle insostituibili opportunità che si dispiegano intorno a questi dati aperti, capaci di trascinare con sé un elevatissimo potenziale di innovazione e trasformazione nel significato più profondo di queste parole.

Per il settore pubblico, ad esempio, investire sulla trasparenza, l’accessibilità e la fruibilità di dati gratuiti comporta un investimento etico e positivo in una società civile che voglia attuare i requisiti fondamentali della democraticità e della partecipazione.
Allo stesso modo, nel settore privato e naturalmente votato al business, è altrettanto facilmente percepibile come – al di là di eventuali costi iniziali sostenuti per creare o trattare una propria “base di dati” – uno scambio alla pari con altre realtà imprenditoriali che mettano a loro volta a disposizione i frutti del proprio valore, vuol dire investire sì a fondo perduto o quasi sul proprio prodotto, ma anche ritrovarsi nel frattempo migliaia di altrui prodotti o strumenti open o free con cui dialogare e magari implementare le proprie stessi merci. Lo stesso può valere per le ricerche scientifiche e in pressoché ogni settore dell’umana conoscenza.
Si tratta quindi di una sorta di mercato libero transnazionale e interdisciplinare cui attingere in maniera pressoché illimitata, magari dopo aver apportato il proprio contributo di sapere.
Così, in un mondo ormai del tutto connesso, gli Open Data, un passo dopo l’altro, sono in grado, dialogando tra loro, di intersecare ogni aspetto della società con lo scopo di migliorarne, prevederne e innovarne le prestazioni. Dai così aperti e lungimiranti, insomma, da pensare a chi verrà dopo di sé.

Per chi fosse interessato ad approfondimenti su tema, di seguito alcuni siti utili e pertinenti, riguardanti alcuni esempi di banche di Open Data online e Associazioni ed Enti che se ne occupano a livello internazionale.

approfondimenti

Siti internazionali

Open Data Handbook

Un vero e proprio “manuale” sugli Open Data e il loro uso.
http://opendatahandbook.org

Open Data Foundation

Organizzazione no-profit dedicata all’adozione di standard di metadati globali e allo sviluppo di soluzioni open-source che promuovono l’utilizzo di dati statistici.
http://www.opendatafoundation.org

School of Data

Scuola di dati internazionale con la finalità di potenziare i professionisti e le organizzazioni della società civile attraverso la diffusione delle competenze necessarie per utilizzare i dati.
http://schoolofdata.org

Open Knowledge Blog

Blog che, grazie all’apporto di persone appassionate di Open Data e legalità, mettono a disposizione ulteriori temi di approfondimento e discussione.
http://blog.okfn.org/

Siti istituzionali

Data.Gov.Uk

Sito del governo inglese che raccoglie richieste di dati su settori diversi dello Stato, come la sanità, la scuola e la cultura anglosassone, creando sezioni di approfondimento e discussione (ad esempio blog).
www.data.gov.uk

Data.Gouv.Fr

Piattaforma che permette agli enti pubblici francesi di inserire dati pubblici per produrre informazioni d’interesse generale per la società francese.
www.data.gouv.fr

Digital Agenda for Europe

Portale promosso dalla Commissione Europea che ha dato vita a portali sugli Open Data in Europa, tra i quali figurano quello per l’Italia (Regione Piemonte), la Francia, l’Inghilterra e l’Olanda, promuovendo la diffusione dei dati pubblici.
http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/open-data-portals

Siti locali

Agenzia per l’Italia Digitale – Agenda Digitale Italiana

Sito del Governo italiano volto a perseguire le politiche di Open Data nell’ambito della Open Government Partnership, promuovendo la cultura della trasparenza nella pubblica amministrazione.
http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/open-data

Dati Piemonte

Portale promosso dalla regione Piemonte che si rivolge a tutti gli operatori pubblici, privati o commerciali, e mette a disposizioni i dati delle PA locali in ambito istituzionale.
www.dati.piemonte.it

DatiOpen.it

Portale italiano degli Open Data che persegue ideali di trasparenza, mettendo a disposizione più di 1700 dati organizzati tematicamente e suddivisi per categoria.
http://www.datiopen.it/it/opendata-per-tematica

Portale Dati aperti del Comune di Matera

Il portale contiene una serie di dati aperti, rendendo possibile una “radiografia” del comune di Matera e mettendo a disposizione informazioni che riguardano la popolazione nonché le iniziative e le attività promosse dal comune.
http://dati.comune.matera.it

Portale Linea Amica

Portale che mette a disposizione tutte le FAQ che di frequente vengono fatte agli URP (uffici relazioni con il pubblico) degli enti aderenti al Network, ai servizi online della PA e agli indirizzi dei principali enti pubblici italiani.
http://www.lineaamica.gov.it/opendata