La creatività è la nuova “regola” dei nostri tempi?

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Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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Si inseguono sul web, e non solo, gli interventi che elogiano la creatività come modus operandi in grado di portare con sé – udite udite! – nuovi metodi e regole di lavoro e interazione, con una finalità inaspettata per un termine tanto connotato in termini di trasgressione: l’efficienza affiancata all’innovazione.

Come se il famoso detto “genio e sregolatezza” si potesse liquidare a suon di statistiche e studi psico-sociologici.

Eppure è proprio così. In un esaustivo – e come sempre sorprendente – articolo del suo Blog Nuovo e Utile, Annamaria Testa cita addirittura “nove regole per innovare”. Tra queste, fattori di spazio, tempo e coincidenze, ma anche modelli, pratiche e combinazioni da seguire e inseguire alla faccia dell’improvvisazione creativa.

Molti gli studi che avanzano – finalmente, potremmo aggiungere –  su questa linea. Oltreoceano, addirittura, c’è chi ha studiato i “creativi” e i loro bizzarri comportamenti al fine di riuscire a tenerli in azienda, o chi teorizza come gestire un team in cui è inserita una o più di queste strane creature umane, i cosiddetti creativi, appunto.

O chi, nel paese in cui la creatività e la fantasia sono veri e propri miti, inizia a metterne in dubbio la portata reale  riportando il discorso a una serie di metriche e parametri che, la creatività, la stanno a misurare e classificare.

Senza dubbio è così: tutti gli studi lo dimostrano, e fin il buon senso lo dice… la creatività è solo un metodo invisibile e intellegibile di organizzare il caos, capace di generare – non a caso – realtà visibili per tutti. E, come tutto ciò che è umano, e non divino, segue strade, vicoli, magari anche brevi voli e balzi, ma sempre – sempre – da un luogo si parte e ad un altro si approda.

E tuttavia da parte nostra – in piena controtendenza – vogliamo per un breve istante riportare invece la creatività, o meglio, la fantasia, al centro del “caos” ancora per un po’, a crogiolarci in una visione romantica, forse un po’ decadente, della stessa. Perché, come scrisse Italo Calvino: “La fantasia è un posto dove ci piove dentro.”

Mi raccomando l’ombrello!