Il fungo che sussurrava alle piante: una rete web vegetale.

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Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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Se avete sempre considerato bizzarri coloro che parlano alle piante, dovrete ricredervi almeno un poco. Le piante non potranno forse sentirci, ma è certo che possiedono meccanismi piuttosto evoluti di comunicazione con la realtà che le circonda.

La neurobiologia vegetale infatti, disciplina scientifica di recente istituzione, studia proprio la capacità delle piante di rielaborare gli stimoli ricevuti e captati dall’ambiente esterno, sia a proprio vantaggio ma anche, cosa più sorprendente, per comunicarli ad altre piante vicine.
Il centro di questa intelligenza vegetale starebbe negli apparati radicali, che non a caso vengono avvicinati per similitudine alla rete per eccellenza del mondo umano: il WEB. Come noi scambiamo informazioni attraverso gli snodi di Internet, così le piante sono in grado di scambiare non solo nutrienti, ma addirittura informazioni.

È recente ad esempio l’interesse della scienza per le peculiari connessioni che intercorrono tra le piante e gli appartenenti ad un altro regno, i funghi, attraverso l’intreccio dei filamenti che costituiscono il micelio del fungo, il suo corpo sotterraneo.
Questi filamenti, detti ife, corrono sottoterra anche per molti metri, lasciando spuntare sopra il suolo il frutto, ovvero il fungo con il gambo e il cappello che tutti conosciamo.
A livello di questa rete di filamenti si instaura la micorriza, una vera e propria simbiosi tra pianta e fungo. Entrambi gli esseri viventi traggono beneficio dal rapporto con l’altro: le piante ottengono dai funghi un aiuto nell’assorbire l’acqua dal terreno e alcuni nutrienti minerali, in cambio i funghi ricevono carboidrati per la loro crescita.

E se questo non è un argomento sorprendente, lo è invece il fatto che le micorrize possono agire anche come sistema di allarme contro l’attacco di insetti erbivori e altri parassiti. Numerosi sono i casi riportati nell’ambito della letteratura scientifica che si occupa di divulgare tali argomenti.
Nell’articolo scientifico che potete trovare a questo link, ad esempio, i ricercatori hanno dimostrato come piante di fava e fagioli producano e rilascino nell’ambiente sostanze volatili capaci di richiamare i nemici naturali degli afidi se aggredite. Questo avviene anche in piante poco distanti, sebbene non ancora infestate dagli insetti, ma collegate alle altre vicine da micorrize: in pratica, la rete di miceli comunica l’informazione dell’attacco alle piante vicine che hanno così modo e tempo di organizzarsi per l’imminente arrivo dei nemici.

Casi simili accadono anche per malattie indotte da funghi parassiti. Poiché i funghi possono contribuire al benessere delle piante, ma anche sfruttarle: come l’alternaria, un fungo responsabile di un tipo di muffa che cresce su frutta e verdura.
Lo hanno dimostrato un gruppo di scienziati cinesi nei risultati qui riportati, suggerendo come piante sane possono “spiare” i segnali prodotti da individui vicini attivando le proprie difese prima di essere attaccate. Una rete di micorrize ricreata in laboratorio infatti, attraverso piante di pomodoro, ha dimostrato di funzionare come canale di comunicazione inducendo la comparsa di una maggior resistenza al fungo in piante ancora sane.

Ma come in ogni sistema di informazioni che si rispetti, avviene che lo scambio non sia sempre pacifico e fruttuoso, e anche qui esistono esempi di “frodi” da parte di piante che tendono a comportarsi come veri e propri “hacker vegetali”. È questo il caso di Cephalanthera austiniae, una particolare orchidea senza foglie o con bozze di foglie rudimentali, caratterizzata da petali e stelo completamente bianchi. Questa pianta, diffusa nelle zone più fitte e buie di alcune foreste, sfrutta – è proprio il caso di dirlo – le ife dei funghi che formano micorrize, per intercettare lo scambio di elementi nutritivi tra le piante a lei vicine e appropriarsene. Si tratta di un caso di parassitismo, piuttosto che di simbiosi, poiché l’unica a trarre vantaggio da questo legame è proprio l’orchidea.

Ecco che ancora una volta ci scopriamo a sorprenderci della complessità del regno naturale. Sebbene la conoscenza della rete “internet” fungina sia recente, essa esisteva ben prima che comparisse il concetto di condivisione globale di dati e informazioni attraverso la rete web informatica.
In base alle ultime ipotesi scientifiche infatti, lungo i filamenti potrebbero scorrere, oltre a sostanze nutritive, anche segnali di natura elettrica con i quali si potrebbe spiegare la natura dello scambio di informazioni tra piante vicine per l’attivazione dei sistemi difensivi contro insetti e funghi nocivi.
Saremmo perciò di fronte alla più grande rete di comunicazione assolutamente naturale: e a noi uomini non resta che trarre ispirazione da essa per sviluppare reti informatiche sempre più avanzate.

Per saperne di più
www.oggiscienza.it
www.journals.plos.org
onlinelibrary.wiley.com
www.fastweb.it