All’emiliana è meglio. L’Emilia-Romagna, una regione per i Big Data.

Maps Group
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Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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L’Emilia-Romagna, come è noto, primeggia in diversi settori, dalla cucina, al settore automobilistico, fino alla musica. Oggi può vantare un altro primato: l’incontro “Emilia–Romagna Big data Community, una piattaforma per l’innovazione, lo sviluppo e la competitività regionale” ha messo in luce come la Regione sia punto di riferimento per il calcolo e l’analisi dei Big Data, dal momento che “Il 70% della capacità nazionale di super calcolo è in Emilia–Romagna”.
Un dato cui si devono aggiungere altre cifre importanti che mostrano come la Regione sia interessata da un sistema diffuso di ricerca in questo ambito: 1.800 ricercatori (dei quali 230 stranieri), 60 corsi di alta formazione, a cui vanno aggiunti numerosi eventi internazionali, lauree magistrali e master.

Numeri significativi, soprattutto se letti in un’ottica economica, per il portato di sviluppo produttivo e di progresso sociale che sono in grado di rappresentare: lo scopo di questa Emilia-Romagna Big Data Community è quello di essere un punto di riferimento non solo per il mercato nazionale, ma anche per il contesto europeo, attraverso la realizzazione di un polo di ricerca in linea con i precetti di Horizon 2020.
Horizon infatti è il programma dell’Unione Europea per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione nel periodo 2014 – 2020: un piano strategico che mira a creare nuove opportunità lavorative, uno sviluppo economico sostenibile e di crescita a lungo termine, per mettere in condizione l’Europa di affrontare le sfide del futuro.
In questo ampio e complesso contesto si inseriscono anche i Big Data, elemento cardine dello sviluppo, poiché dalla loro gestione e analisi può derivare una generale evoluzione di tutti i campi del sapere, oltre a quelli scientifici e tecnologici. E, come per le precedenti, anche questa quarta rivoluzione industriale ha il suo fattore cruciale: le infrastrutture indispensabili ai processi di estrazione di informazioni, conoscenza e saperi sedimentati nei Big Data.
Si evince allora come sia importante per lo sviluppo economico nazionale questo primato conquistato dall’Emilia-Romagna, che ha avviato anche il Piano Alte Competenze rivolto a giovani e imprese, puntando sulla formazione di profili specializzati, capaci di guidare la sfida all’innovazione.

Ma come mai sul primo gradino del podio c’è proprio l’Emilia-Romagna? La Regione deve questo primato alla presenza sul suo territorio di importanti enti nazionali, integrati da un lato con il mondo universitario (nello specifico con le Università di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Ferrara) e dell’altro con il mondo industriale locale.
Per fare qualche esempio sono presenti in Emilia-Romagna, Cineca, il maggiore centro di supercalcolo d’Italia e d’Europa, Aster (Agenzia Innovazione Emilia Romagna), CMCC (Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici), ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie), e il Cnr (Consiglio Nazionale Ricerche). E numerose realtà private – tra cui siamo anche noi di Maps Group 🙂 che costituiscono un tessuto capillare di ricerca e applicazione dei Big Data, e che contribuiscono a fare dell’Emilia-Romagna una Regione all’avanguardia. Ecco perché i Big Data all’emiliana sono meglio!