Negli articoli dello scorso anno abbiamo visto come la rete e gli strumenti digitali hanno ampliato moltissimo il concetto di interoperabilità e di conseguente interazione digitale fra le persone. E di quanto, nello stesso tempo, essi sono diventati indispensabili in interi settori della società dell’Uomo, rendendola tanto robusta, o in realtà tanto fragile, quanto lo sono gli strumenti stessi.
In questo articolo estenderemo questi concetti di interdipendenza riferita sia all’Uomo che al suo contesto sociale, per comprendere gli scenari innovativi che erano già in parte in essere e che sono stati accelerati in modo impressionante dalla pandemia, ripartendo da considerazioni fatte nell’ultimo articolo.
VUCAno: ovvero il mondo VUCA ed i rischi dell’Uomo nell’OGGI
L’evoluzione degli ultimi anni, accelerata dalla pandemia, ha prodotto (prendendo spunto da [1]) VUCAno: un intero mondo Volatile, Incerto, Complesso ed Ambiguo (il concetto espresso dalla sigla VUCA, come spiegato in dettaglio in [2]), ossia il nostro mondo di oggi.
Andando oltre l’applicazione del concetto come si fa, ad esempio, in Ingegneria Gestionale e nel Project Management, come già trattato in , vediamo le conseguenze delle singole caratteristiche ad un livello sociale e di “percezione” umana, oltre che economico.
VOLATILE: accelerazione dell’antico concetto di panta rei (il motto della filosofia greca da alcuni attribuito al filosofo Eraclito) ossia tutto scorre o, più precisamente, tutte le cose passano. E infatti tutto passa: alcune “certezze” dell’Italia come il settore turistico, con l’annessa filiera della ospitalità e della ristorazione sono stati colpiti pesantemente col rischio, per molti operatori del settore, di chiudere le proprie attività. Analogamente, a livello mondiale, molte aziende si trovano in difficoltà di fronte al cambiamento. A maggior ragione per le aziende “padronali” così diffuse in Italia, dove il fondatore, ormai anziano, è spesso ancora al comando e magari si trova in difficoltà, abituato a logiche di mercato che ormai sono passate. Paradossalmente più si è avuto successo in passato, più diventa difficile adattarsi ad un presente cambiato. Per questo occorre abituarsi a “pensare al successo come al participio passato del verbo succedere” ed essere preparati mentalmente ad adattarsi a nuove situazioni quando queste si presentano.
INCERTO: viviamo nell’era dei dati, ne acquisiamo di continuo e cerchiamo in ogni modo di trarre da essi informazioni e conoscenza. Ma siamo sicuri di acquisire i dati “giusti” per questo? Quanto “siamo certi” della nostra situazione? E che conseguenze ha la sensazione di incertezza sulla nostra vita?
COMPLESSO: le aziende, le famiglie, tutti gli elementi della società sono connessi fra loro e operano entro un ambiente, e tra loro e con l’ambiente hanno interazioni secondo regole non semplici, in cui ogni parte influenza le altre e ne è a sua volta influenzata; questo aspetto della realtà spesso spaventa o, semplicemente, non viene colto quando si prendono decisioni, come dimostrato dall’alternarsi di decisioni opposte durante i mesi della pandemia.
AMBIGUO: Siamo sicuri di analizzare i dati in modo efficace? E di analizzarli secondo modelli appropriati (adattabili se necessario)? Di ottenere le informazioni che ci servono? Di comprendere le cose? E che conseguenze ha la sensazione di ambiguità sulla nostra vita?
In generale possiamo dire che nel mondo VUCAno i rischi sono alti ed occorre procedere secondo metodologie ed approcci pragmatici ed adatti ad un mondo in continuo mutamento.
La continuità dei servizi alle persone (e di ogni cosa
Per meglio spiegare gli effetti di quanto descritto nel paragrafo precedente prendiamo in esame il problema della continuità dei servizi, in particolare dei servizi essenziali come la connettività Internet, la fornitura di energia elettrica, di acqua, di gas…
In primo luogo le reti che forniscono i servizi sono fra loro interconnesse ed interdipendenti (come in parte già spiegato in ):
- acquedotti e gasdotti usano l’energia elettrica per le pompe che spingono acqua e gas;
- le reti di telecomunicazione hanno bisogno di energia elettrica per gli apparati digitali e per generare e ricevere i segnali che viaggiano lungo fibre ottiche, cavi e ponti radio;
- la produzione di energia elettrica dipende dagli approvvigionamenti di combustibili e/o dal funzionamento di centrali idroelettriche e, insieme con la sua distribuzione, è controllata da reti di calcolatori.
E, accanto a questo, occorre ricordare che, nonostante ampia automatizzazione degli impianti, occorrono esseri umani con un adeguato grado di preparazione per garantire il loro funzionamento. Per esempio, in caso di interruzione di erogazione di energia elettrica intervengono tecnici specializzati umani. In particolare, nel caso di dorsali primarie di Internet o di sistemi cloud (come spiegato in ) vi sono centri di controllo presidiati 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno da tecnici specializzati (come raccontato in ). E quindi,
Che succede se…
- …le persone che svolgono questi compiti si ammalano?
- …i sistemi sono molto complessi e non ci sono sul mercato le competenze specialistiche per rimpiazzare persone malate o che semplicemente cambiano lavoro o vanno in pensione?
- …una parte della cultura necessaria al mantenimento in funzione degli impianti non viene trascritta/formalizzata diventando patrimonio delle organizzazioni che gestiscono gli impianti stessi ma deve essere trasmessa oralmente… o va persa con le persone che vanno in pensione?
- …gli impianti diventano obsoleti (soprattutto per quanto riguarda la loro componente informatica) e vengono sostituiti con nuovi elementi per gestire i quali le persone addette non vengono adeguatamente formate?
Solo a titolo di esempio, tra ottobre e novembre 2020 ho tenuto un corso in remoto per alcuni dipendenti di una grande azienda, che svolgevano da remoto il lavoro di amministratori di sistema per le infrastrutture di un ente pubblico e in cui era stato concordato che loro lavorassero da remoto proprio per prevenire contagi e conseguenti possibili interruzioni del servizio di amministrazione di sistema.
Se poi ampliamo il discorso a tutte le aziende ed organizzazioni ci rendiamo conto di quanto esse siano globalmente interdipendenti. La filiera di approvvigionamento delle aziende alimentari o sanitarie, ad esempio, dipende da tanti componenti quali concimi, prodotti della terra, pesticidi, disinfettanti, bombole di ossigeno… Quanto avvenuto durante la prima fase della pandemia ha dimostrato che, in una catena di dipendenze, esistono diversi componenti critici e quindi, se essi cessano per un qualsiasi motivo di funzionare, l’intera catena si interrompe, con tutte le conseguenze del caso.
Organizzare la continuità del supporto alla nostra vita di esseri umani
Quanto visto nel paragrafo precedente ci dimostra che è necessario inserire un approccio basato sulla analisi del rischio, e quindi di conseguenze di uno o più eventi infausti su aziende, società, persone (e, in generale sulla nostra vita) e della probabilità che tali eventi si verifichino. Questo approccio, previsto anche tra l’altro dalla normativa ISO9001:2015 sulla qualità, deve essere in particolare svolto da coloro che prendono le decisioni ai massimi livelli (governi, entità sovranazionali, amministratori di grandi aziende…). E ciò significa analizzare le situazioni correnti per individuare le vulnerabilità che in particolari circostanze, sotto l’effetto di minacce che si concretizzano, possono portare agli eventi infausti, con la generazione delle loro conseguenze negative.
Ad esempio, su scala macroscopica viene spesso usato l’approccio di analisi PESTLE, che in pratica possiamo definire come la costruzione di un modello che ponga in evidenza come aspetti
- politici
- economici
- sociali
- tecnologici
- legali
- ambientali (dall’inglese Environmental)
possono influenzare in senso positivo o negativo l’organizzazione o il paese e quindi creare vincoli da tenere in considerazione.
Anche tutti noi possiamo (e dovremmo…) inserire un minimo di analisi del rischio nella nostra vita di tutti i giorni. In questo caso non è sempre necessario costruire modelli complessi e può essere sufficiente svolgere una semplice analisi what-if mentale, ossia fare delle ipotesi e chiedersi “cosa succede se…”? Ad esempio, considerando lo scenario di rischio di perdita di lavoro:
- Cosa succede se il mio lavoro diventa a rischio perché il settore della mia azienda subisce un ridimensionamento?
- Quale è lo scenario peggiore possibile e quale invece il migliore?
- Come posso prepararmi ad un eventuale periodo di disoccupazione con un sussidio di cassa integrazione ridotto?
- Come posso riqualificarmi professionalmente in un tempo ragionevole e compatibilmente con altri impegni personali e familiari per inserirmi in un settore diverso?
- Che risorse mi servono per tale compito?
E analogamente, per il/la proprietario/a di un negozio soggetto alla concorrenza dell’e-commerce:
- Quale valore aggiunto posso dare ai clienti affinché vengano nel mio negozio o comunque acquistino da me?
- Come posso sfruttare il digitale a mio vantaggio (ad esempio, accettando da clienti “fedeli” ordini via WhatsApp e/o pagamenti anticipati via PayPal prima di fare una consegna a domicilio)?
Tutto questo, oltre a fornire possibili soluzioni, contribuisce a migliorare l’umore delle persone, che passano dal sentirsi in balia assoluta di circostanze esterne, al tornare ad essere almeno in parte in controllo della propria vita .
Le necessità tecniche ed organizzative delle nostre società
Su scala macroscopica, ma anche su scala microscopica, come già ricordato in , il compito di raccogliere dati e di elaborarli per estrarne informazioni e conoscenza spetta in massima parte a strumenti ICT e di Internet delle Cose, sia pure sotto una supervisione umana.
Quindi sempre più, oltre che nelle operazioni quotidiane come, ad esempio, i pagamenti, anche nella analisi e nella previsione sono e saranno sempre più usati strumenti basati sulla ICT come i Big Data e la Intelligenza Artificiale. Ormai la pervasività di tali strumenti nella nostra vita è totale e su di essi e sul loro buon funzionamento poggia la nostra intera società. Già in vari articoli precedenti si è affrontato il tema della gestione di tali strumenti e della necessità di buone pratiche organizzative in tal senso.
Soffermiamoci invece su un aspetto legato alla loro realizzazione. Molti di questi sistemi sono estremamente complessi, addirittura richiedendo la certificazione dei tecnici addetti alla loro gestione con percorsi specialistici a cura dell’azienda creatrice della tecnologia, di solito costosi.
Questa complessità è realmente necessaria, indispensabile? Quanto questi sistemi complessi sono anche robusti? E quanto in sede di ideazione e progettazione vengono considerati requisiti di robustezza, di protezione dei dati e, per i sistemi destinati anche agli utenti finali, di usabilità? Quanto l’aspetto umano nel suo senso più pieno e completo viene considerato durante la creazione degli strumenti che agli umani sono destinati?
A queste domande cercheremo di rispondere nel prossimo articolo.
Bibliografia e Approfondimenti
Marco Caressa – L’invasione dei VUCAniani
Giulio Destri – Il mondo dopo la pandemia: VUCAno?
Alessandro Mora e Roberta Liguori – Pensieri straordinari – EKIS Edizioni 2019
Giulio Destri – Il ruolo dell’ICT oggi
Giulio Destri – La rete, oggi, oltre i confini digitali: un’infrastruttura immateriale a supporto dell’interoperabilità sociale
Giulio Destri – Cartolina di Natale
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