Chi va piano…
Il 2016 è stato l’anno dei Cammini, il 2017 l’anno dei Borghi, il 2018 è l’anno del Cibo. Il 2019 sarà invece l’anno nazionale del “turismo lento”.
Si tratta di una tipologia di turismo che valorizza il territorio stimolandone la conoscenza e incentivando l’immersione del turista in una dimensione che gli consenta di vivere il viaggio e il soggiorno osservando, ascoltando, gustando l’ambiente che lo circonda, nei particolari.
Una forma di turismo spiccatamente individuale, e comunque per persone che non desiderano tanto evadere da se stesse, quanto piuttosto ritrovarsi.
Un dettaglio importante, che ci ricorda il legame tra il fattore tempo, la conoscenza, la cultura. Italo Calvino diceva che:
“di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.”
Di fronte alla “trasformazione del cliente”, l’approccio tradizionale dei mercati non è più sufficiente: un solo turista straniero su dieci viene in Italia con un viaggio organizzato e sempre più i “clienti” sono non solo gli organizzatori della propria vacanza ma anche i “certificatori” che fungono da guida per altri (offline e online) e parte attiva nella creazione di prodotti turistici.
I target diventano più estesi e trasversali a culture e classi sociali, mentre cresce una maggiore sensibilità e attenzione per sostenibilità ed esperienza del territorio. Tra l’altro, si stima che entro il 2025 le transazioni legate alla sharing economy nei cinque principali settori – finanza collaborativa, alloggi tra privati, trasporti tra privati, servizi domestici a richiesta e servizi professionali a richiesta – varranno 570 miliardi di euro ovvero un valore 20 volte superiore a quello attuale che è di 28 miliardi e che rappresenta ancora solo lo 0,035% del complesso dell’economia globale.
Rispetto ai trend sottesi in questa trasformazione del turista, caratteristiche quali la velocità di cambiamento, la centralità dell’esperienza e la pervasività delle tecnologie implicano da parte di chi costruisce l’offerta turistica la capacità di fornire risposte flessibili, nell’ambito di una visione che si sostanzi in soluzioni integrate e in servizi di rapida erogazione.
Restringendo il campo di analisi al Piemonte, questa regione dal punto di vista turistico ha avuto una particolare accelerazione in seguito ai giochi olimpici invernali del 2006.
Analizzando i dati dell’Osservatorio Turistico regionale, che annualmente studia l’andamento e l’evoluzione dell’offerta e della domanda del mercato turistico e monitora le attività di promozione, informazione ed accoglienza turistica in Piemonte, possiamo infatti rilevare come i trend delle presenze dei turisti, degli arrivi, degli esercizi ricettivi, dei posti letto, abbia registrato percentuali di crescita particolarmente interessanti, con trend di crescita costanti nell’arco temporale 2008-2017, come si può rilevare dalle tabelle.
I dati statistici dell’osservatorio turistico regionale trovano d’altra parte una corrispondenza anche nel monitoraggio che abbiamo effettuato con il tool Webdistilled, sulle conversazioni avvenute in tutte le province piemontesi tra gennaio ed aprile 2018.
Le attività di comunicazione, diffusione e reshare avvenute attraverso i media (in particolare quelli online) relative alla tematica turismo/cultura, rappresentano infatti – da sole – la metà delle conversazioni avvenute rispetto a quelle totali, come si ricava dal monitoraggio delle conversazioni nelle città piemontesi nel periodo che va dal mese di gennaio a quello di aprile.
Monitoraggio conversazioni Città di Torino, periodo gennaio/aprile 2018.
Monitoraggio conversazioni nelle città di Asti, Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli (VCO) nel mesi gennaio/aprile 2018.
Il Piano Strategico del Turismo 2017-2022
Allargando nuovamente la visuale, di fronte al fenomeno di crescita globale del turismo si è reso necessario individuare uno strumento che consenta di rafforzare la vocazione dell’Italia come Paese dell’arte e della cultura e governare lo sviluppo del settore turistico.
Questo strumento si chiama Piano Strategico del Turismo (PST) ed è stato elaborato dal Comitato Permanente di Promozione del Turismo, con il coordinamento della Direzione Generale Turismo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – MiBACT. Ha un orizzonte temporale di sei anni (2017-2022), durante il quale, attraverso un metodo aperto e partecipato, declina, a livello nazionale, un nuovo “sistema organizzato” per il miglioramento della competitività turistica dell’Italia: le Amministrazioni competenti, centrali e regionali, e tutti gli operatori del turismo italiano, pubblici e privati, contribuiscono, attraverso una pluralità di strumenti di condivisione, sia di confronto diretto, sia di natura digitale, alla definizione del Piano e alle sue fasi successive.
Quali sono gli obiettivi generali del Piano da qui al 2022:
- Innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale
- Accrescere la competitività del sistema turistico
- Sviluppare un marketing efficace
- Incentivare una governance partecipata nel processo di elaborazione e definizione del Piano e delle politiche turistiche.
Il Piano ha in realtà, forte delle statistiche e delle previsioni positive, uno scopo molto ambizioso, che è quello di porre il settore turistico al centro delle politiche di sviluppo del Paese. Individua a tal fine tre direttrici che devono stare alla base delle strategie, degli obiettivi e degli interventi: la sostenibilità, l’innovazione e l’accessibilità/permeabilità dei territori.
Cosa si intende esattamente?
La sostenibilità del turismo è intesa nelle sue diverse accezioni relative alla specificità dell’ ambiente, del territorio, alla salvaguardia del patrimonio, al contesto socioeconomico, alla diffusione della cultura e al coinvolgimento della cittadinanza.
L’innovazione si estende ad un vasto campo di interventi: dai prodotti ai processi, alle tecnologie, ai modelli organizzativi, alla creazione di nuove competenze.
L’accessibilità/permeabilità fisica e culturale dei luoghi punta a rafforzare la fruizione turistica per tutte le persone senza distinzione delle loro condizioni di età o di salute; l’accessibilità di luoghi e territori attraverso sistemi di mobilità sostenibile; la possibilità per i visitatori di comprendere e interpretare la storia, la complessità e la varietà del patrimonio visitato (permeabilità culturale)
Ma la vera sfida cui sono chiamati gli enti pubblici e gli operatori privati, per tradurre gli ottimi e condivisibili obiettivi, strategie e interventi in risultati efficaci, è quella di favorire l’integrazione della filiera del turismo.
Integrazione delle risorse: in primo luogo, l’attrazione e la competitività turistica dipendono dalla capacità di integrare la fruizione di risorse diverse, associando a esse prodotti distintivi, e di combinare (per la costruzione di questi prodotti) elementi come la disponibilità delle infrastrutture e dei servizi, l’accessibilità dei luoghi, la regolazione delle imprese e della concorrenza, le competenze, la promozione, le condizioni di lavoro.
Integrazione produttiva: una seconda dimensione dell’integrazione è quella produttiva: il turismo è basato sul funzionamento di un vasto sistema di interdipendenze produttive (che coinvolge settori molto diversi, dall’agricoltura ai settori manifatturieri, dai trasporti ai servizi), attiva filiere diversificate e può produrre effetti in comparti economici anche molto distanti dall’attività turistica in sé, per effetto delle modifiche generate nella qualità generale e nell’attrattività dei territori.
Integrazione dei soggetti decisori: infine, l’integrazione si definisce in relazione agli attori del sistema del turismo, che ha al suo centro le Regioni e il vastissimo e variegato sistema delle imprese. Integrare gli attori significa costruire modelli più efficaci di governance delle politiche per il turismo, attivando strumenti di coordinamento e interrelazione funzionali allo sviluppo del sistema turistico. In questo ambito un’importanza fondamentale riveste la costruzione di una promozione coordinata dei territori, anche attraverso social media strategy condivise.
Per monitorare e valutare l’efficacia delle azioni attuative del Piano, è necessario individuare una serie di indicatori di risultato: ad esempio misure di variazione del benessere, qualità della vita, attrattività e specializzazione delle mete turistiche; numero di iniziative di intermodalità avviate, misure di digitalizzazione dei servizi di promozione turistica.
Anche un’attività di monitoraggio come quella da noi effettuata, si può rivelare uno strumento strategico prezioso per intercettare e analizzare le conversazioni sui social, web e stampa, accendendo l’attenzione del mercato e captando in real-time la diffusione di messaggi fondamentali in termini di reputazione e notorietà.
Riassumendo…
Cultura e turismo sono elementi inscindibili per una lungimirante politica di sviluppo del brand Italia, da proporre come un museo diffuso organizzato in alcuni cluster di punta: natura, aree protette e paesaggi naturali; borghi e patrimonio immateriale; cultura diffusa, poli museali minori e spettacolo; cammini e itinerari religiosi; food e itinerari del gusto; lusso; terme, salute e benessere della persona; sport e grandi eventi; MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions) quindi riunioni, esposizioni, fiere.
In questo quadro è auspicabile che la Regione operi sul territorio sempre di più come una cabina di regia, mettendo a sistema informazioni e servizi , facilitando la creazione e la gestione di reti, investendo nella formazione di nuove competenze, agevolando il confronto e la collaborazione tra i diversi soggetti pubblici e privati.
Contestualizzare e identificare in modo approfondito i cluster turistici di cui sopra all’interno della regione, può essere inoltre una modalità concreta per incentivare la partecipazione dei Comuni ai tavoli di lavoro (per esempio agli Stati Generali della Cultura e del Turismo) favorendo una conoscenza diffusa della specificità dei singoli territori, l’emersione e la condivisione di best practice, la diffusione della conoscenza.
Dal basso, producendo cultura.
Paola Chiesa
Sitografia:
Rapporti statistici dei flussi turistici in Piemonte
Piano Strategico di Sviluppo del Turismo
Stati Generali della Cultura In Piemonte
Stati Generali del Turismo per il Piemonte