In questi giorni di calura estrema sembra azzardato parlarne, ma, sì, vogliamo spezzare una lancia in favore del calore. Esiste infatti un’isola, in Europa, cin cui il calore che viene dalle profondità della terra è utilizzato non per fare caldo, ma per fare tutt’altro…
Il “caso” Islanda.
Proprio quest’isola, unica al mondo, riesce ad alimentare il 95% del suo riscaldamento abitativo sfruttando le fonti di energia geotermica racchiuse nel sottosuolo: acqua o vapori (che arrivano in superficie spontaneamente o attraverso la perforazione di pozzi), ma non solo.
Proprio in Islanda infatti gli scienziati dell’Iceland Deep Drilling Project – IDDP stanno perfezionando un metodo per l’utilizzo del calore prodotto da materiale fuso, il magma. In pratica si tratta di raggiungere con le perforazioni le camere magmatiche sotto la superficie terrestre – a oltre 4.000 metri di profondità – causando fuoriuscite di vapore a temperature che si aggirano intorno a 450°C: un progetto che prefigura nuove opportunità per l’impiego di risorse geotermiche ad elevato impatto energetico.
Ma in Europa l’Islanda non è un caso isolato. Anche nel resto del continente europeo – che pur non gode delle medesime risorse islandesi – c’è la possibilità di sfruttare l’energia geotermica per il riscaldamento delle case e per le attività dei settori produttivi. Proprio in Italia c’è uno storico esempio: il primo esperimento di sfruttamento geotermico a livello mondiale infatti ha avuto luogo nel 1913 a Larderello, in Toscana, dove Enel ha costruito il primo impianto per la produzione di energia elettrica. Da allora le centrali sono diventate 32 e grazie ad esse la Toscana risparmia oltre 1,2 milioni di tonnellate di petrolio annue, dando lavoro a circa 1.700 persone.
Cosa accade invece nel resto del mondo?
Sono 13 i gigawatt di energia elettrica prodotti da impianti geotermici, ancora troppo pochi per un’efficace politica di lotta ai cambiamenti climatici sfruttando a pieno regime le possibilità date dalle energie pulite. Ma, seppur con lentezza, qualche passo in avanti viene fatto. Due anni fa ad esempio la compagnia Enel Green Power ha realizzato a Stillwater, in Nevada, la prima centrale ibrida al mondo che utilizza insieme l’energia solare e quella geotermica. La combinazione delle due tecnologie, che sfruttano fonti rinnovabili nel medesimo sito, ridurrà l’impatto ambientale evitando l’emissione in ambiente di circa 140 mila tonnellate di CO2, producendo annualmente 200 milioni di chilowattora, in grado di approvvigionare più di 50.000 abitazioni.
Esempi che dimostrano che – se un cambio di passo decisivo della politica energetica globale si impone – un ruolo importante può essere svolto dallo sfruttamento delle potenzialità, ancora inespresse, della geotermia, che riguardano sia la produzione sostenibile e a basso costo di energia elettrica (dove le temperature del sottosuolo lo permettono), ma anche il calore da fornire alle abitazioni grazie a pompe di calore che “scambiano” con il terreno.
A questo proposito, nata dopo due anni di consultazioni e presentata alla Cop21 di Parigi nel 2015, la Gga (Global geothermal alliance, che vede coinvolti trentotto paesi, con l’Italia in prima fila) si è posta proprio l’obiettivo di promuovere la cooperazione tecnologica e facilitare gli investimenti nei mercati dell’energia geotermica, puntando alla “de-carbonizzazione del settore del riscaldamento e raffreddamento” con una strategia energetica a lungo termine che dovrebbe avere termine nel 2030, volta a rimuovere gli ostacoli principalmente connessi ai costi elevati di avvio degli impianti.
Appuntamento alla Iceland Geothermal Conference.
Proprio con un focus sui vantaggi dell’utilizzare l’energia geotermica e sul modo in cui l’umanità potrà trarne beneficio, si terrà, a Reykjavík, la quarta Iceland Geothermal Conference (IGC 2018). Tramite delegazioni provenienti da tutto il mondo, si perseguirà il proposito di compiere passi concreti nell’incentivazione del geotermico, in modo che, a breve, la terra – grazie al calore nascosto nel buio dei suoi meandri sotterranei – possa splendere di una nuova luce… assolutamente pulita!
E chissà… magari sarà proprio quella l’elettricità che dovremo usare per alimentare i condizionatori in questo clima rovente cui sembra dovremo abituarci.
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