Cambiare è quello che la gente fa quando non ha più nessun’altra scelta.
Holly Black
Nei primi anni del ‘900 la compagnia telefonica statunitense AT&T decide di costruire la prima linea continentale per collegare New York a San Francisco e per superare i non pochi problemi tecnici di un progetto di tale portata, si convince a investire in un’ organizzazione di ricerca interdisciplinare: La Fabbrica delle Idee.
La Factory di AT&T riunisce fisici, ingegneri, esperti di materiali, tecnici del telefono e segna l’ inizio di un esperimento – i Bell Labs – che porterà gli Stati Uniti a ricoprire un ruolo di leader del settore per oltre un secolo e a sfornare un numero impressionante di innovazioni (il primo transistor, nel 1947, tassello di base per un’ ondata di applicazioni che segneranno l’ era della televisione, poi, attraverso il salto nei semiconduttori, quella del computer) e di Premi Nobel. Il resto è storia nota.
“Le innovazioni – dice Walter Isaacson, autorevole firma del giornalismo tecnologico americano – avvengono quando persone con diversi talenti, diverse conoscenze, diverse mentalità, vengono riunite insieme possibilmente in una vicinanza fisica, in modo da potersi incontrare spesso”.
Questo dunque il principio ispiratore dei Bell Labs, più volte ripreso da quel primo esperimento del 1909, non ultimo da Steve Jobs che aveva a suo modo replicato il modello unendo «dei geni creativi insieme con degli esperti di prodotto e dei grandi ingegneri, in modo da collegare fra loro la tecnologia e l’ immaginazione».
Un principio che continua ad avere una sua valenza e attualità e a cui si ispira la nuova rubrica del Blog: Data Complexity & Big Data Digital Labs, che mira proprio a far incontrare talenti diversi in uno spazio non più fisico (come fu all’inizio del secolo scorso) ma virtuale, in accordo con la geografia e l’idea di prossimità ridisegnata dal digitale e dai paradigmi della network knowledge. Questo per quanto riguarda il metodo. Sui contenuti invece la parola chiave è, appunto, “Labs” ovvero fornire esempi concreti di progetti, esperienze, case study tenendo conto dello scenario sociale, economico, tecnologico e culturale nel quale nascono e si sviluppano, al fine di analizzarne possibili applicazioni e prospettive future per aziende e pubblica amministrazione.
Del resto “l’intelligenza collettiva, la cooperazione, la condivisione e la diffusione del sapere stanno cambiando le nostre vite”. E lo stesso si può dire dei famigerati Big data. ma per comprenderne la genesi e la portata, circoscriverne l’ambito, analizzarne gli impatti, valutarne i rischi e opportunità progettare, infine, cambiamento e innovazione non partiamo da zero: partiamo dall’esperienza tangibile nella gestione della complessità dei dati nella convinzione che per correre avanti bisogna a volte guardare indietro.
Guardare indietro mentre si corre in avanti ha una duplice accezione: si può guardare indietro non solo per non ripetere gli stessi errori, ma anche per cambiare e migliorare le cose che a loro modo già funzionano. In un orizzonte di crescita ed evoluzione, e non solo di necessità.
Si parte da qui. Enjoy! 🙂
About Anna Pompilio
Marketing & innovation leader
Prince2 ✵ Professional Scrum Master ✵ ITIL V3 ✵ MCTS ✵ M_o_R
Una lunga esperienza nel ruolo di PM e Business Analyst all’interno dei team di governo di forniture pluriennali di servizi IT, attualmente si occupa di Marketing e Innovazione.
Appassionata di blogging e di informatica attiva: l ’informatica dell’ascolto, del trovare insieme la migliore soluzione che non è sempre, o non necessariamente, quella più avanzata tecnicamente. Quella del Cliente al centro, della fiducia che si rinnova ogni giorno, della responsabilità personale, della diversità culturale e del pluralismo nei gruppi di lavoro.
L’informatica che non è Internet, o i droni o la lavatrice che dialoga con l’auto ma quella che viene prima, quella dell’intuizione, quella che non ha paura di forzare le regole e che non affida il cambiamento alla (sola) applicazione tecnica.
E dunque scrivo. Scrivo perché c’è già un romanzo che si intitola il giorno in cui un computer scrive un romanzo, scrivo perché la tecnologia è una faccenda tremendamente seria
Fonti e approfondimenti
Jon Gertner, The Idea Factory. Bell Labs and the Great Age of American Innovation
www.nuovoeutile.it
www.wikipedia.org