Trasparenza e partecipazione. Di Paola Chiesa.

Paola Chiesa
Paola Chiesa

Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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Prima un bel defrag, poi i fondamentali della logica. Sfatiamo il luogo comune secondo cui il tema della trasparenza amministrativa sia un tema riservato agli addetti ai lavori, complice il retaggio di una cultura che ancora stenta a valorizzare il cittadino non solo come destinatario dei servizi, ma ancor più come soggetto da coinvolgere per rendere l’operato della Pubblica Amministrazione efficace. E affranchiamoci anche dai condizionamenti di una esuberante e spesso opaca produzione normativa, che di fatto allontana chiunque sia animato dai migliori propositi di cittadinanza attiva. Concentriamoci piuttosto sul senso che può avere la trasparenza amministrativa per un cittadino, un’azienda e per il territorio. Non senza ricorrere ad un bel defrag per ripartire dai fondamentali della logica.
In informatica la deframmentazione, secondo la definizione di Wikipedia, è un’operazione di ottimizzazione dell’archiviazione dei dati nella memoria di massa di un computer. Di fatto consiste nel ristrutturare ed ottimizzare l’allocazione di dati, riducendo i tempi di accesso e la lettura dei file. È un’operazione che può essere svolta in modo automatico oppure eseguita su esplicita richiesta dell’utente. Nel nostro caso attiviamo simbolicamente la seconda opzione, perciò organizziamo la tematica della trasparenza amministrativa, ma utilizzando la logica.

Secondo un’interessante interpretazione di Piergiorgio Odifreddi (Che cos’è la logica, Luca Sossella Editore), quando studiamo le strutture del linguaggio con la ripartizione in sostantivi, aggettivi e verbi, impariamo a conformare il nostro pensiero in termini di oggetti, proprietà e azioni. Come ci ricorda Piergiorgio Odifreddi nel suo Nelle lingue moderne vi sono molti più sostantivi che verbi: non a caso tendiamo a pensare al mondo come oggetti piuttosto che come eventi ed azioni. Nella lingua greca, ad esempio, la prevalenza di verbi rispetto ai sostantivi rispecchia un diverso modo di pensare, una visione del mondo concentrata sulle azioni.
E allora è forse giunto il tempo di agire, lasciando ad altre sedi l’elaborazione teorica e le diverse connotazioni filosofiche al riguardo.

Cos’è la trasparenza amministrativa?

Occuparsi di trasparenza, dal nostro punto di vista, significa smantellare una sovrastruttura ridondante e fuorviante e concentrarsi sulle azioni necessarie per renderla una materia viva, stimolante e coinvolgente per il cittadino, l’impresa e il territorio. In altri termini, utile, oltre che necessaria.
Norma alla mano, “la trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.” (art. 1 d.lgs 33/2013).
La trasparenza di fatto viene esercitata attraverso il diritto di accesso civico e la pubblicità dei dati: è gratuito, non deve essere motivato e chiunque può esercitarlo per chiedere la pubblicazione di documenti, informazioni o dati per i quali sussistono specifici obblighi di trasparenza; alimenta il rapporto di fiducia tra cittadino e PA, promuove la cultura della legalità e la prevenzione dei fenomeni corruttivi. Si traduce in un potere di controllo dei cittadini e sancisce il principio di uguaglianza.

Dove la troviamo?

Trasparenza e partecipazione PALa pubblicazione dei documenti e delle informazioni nei siti della PA avviene all’interno dell’apposita sezione “amministrazione trasparente”. I documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria, sono pubblicati in formato di tipo aperto e sono riutilizzabili senza ulteriori restrizioni diverse dall’obbligo di citare la fonte e di rispettarne l’integrità.
Ma un atto pubblico, è di per sé trasparente o è un mero adempimento ? In effetti l’Autorità Nazionale Anticorruzione, nella sua attività di vigilanza, verifica non solo la mera pubblicazione dei dati previsti dal d.lgs. 33/2013, ma anche la qualità delle informazioni, con specifico riferimento alla loro completezza, aggiornamento e apertura del formato.

Da una verifica effettuata nel corso del 2014, emerge come alcuni Comuni abbiano correttamente pubblicato le informazioni, ma in modo non completo. Non c’è dubbio che una pubblicazione simile, risponde più alle caratteristiche di un adempimento normativo, che ad un’applicazione del principio di trasparenza. È lo stesso motivo per il quale la Bussola della Trasparenza di per sé non può essere considerata uno strumento utile a garantire la qualità delle informazioni presenti sui siti della PA.
Forse, sarà anche per questo che la sezione “amministrazione trasparente” dei siti istituzionali delle pubbliche amministrazioni ha pochissime visite e non suscita interesse nei cittadini.

Dalla trasparenza alla partecipazione

Come si arriva allora a interessare il cittadino, e a renderlo partecipe dell’attività della PA?
Sembrerà banale, ma la risposta è: coinvolgendolo. Occorre renderlo protagonista attivo e non spettatore passivo, alimentando la cultura della disponibilità delle informazioni, attraverso ad esempio la pubblicazione di dati ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge, fatti ovviamente salvi i limiti derivanti dalle disposizioni in materia di segretezza e riservatezza. La pubblicità dei dati diventa un requisito necessario per sollecitare ed agevolare la partecipazione degli utenti. È ad esempio il caso di Palermo, dove il processo di contaminazione culturale sulla trasparenza ha generato una consapevolezza sull’importanza dei dati pubblici riusati al fine di migliorare la qualità della vita di tutti.
Caratteristica fondamentale dei dati è che devono essere pubblicati in formato di tipo aperto, senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione, e devono essere riutilizzabili, da parte di chiunque: cittadini, imprese ed associazioni. Ecco gli Open Data, nobile strumento per applicare la trasparenza e per incentivare la partecipazione del territorio, diffondendo di fatto la cultura dell’”Open Government”. E secondo il principio dell’”open data by default”, “i dati e i documenti che le amministrazioni titolari pubblicano senza l’espressa adozione di una licenza si intendono rilasciati come dati di tipo aperto” (art. 52 Codice amministrazione digitale).

Misurare la trasparenza?

Se la PA e il cittadino lavorano in partnership, si creano le premesse per creare un valore pubblico, con risultati misurabili, rispetto a domande che provengono dal territorio e che normalmente non trovano risposta nei documenti e informazioni pubblicati nei siti della PA. Ecco che allora la cifra della trasparenza può diventare la misura del tasso di coinvolgimento e partecipazione dell’utenza di una PA, quale esempio di interazione, contaminazione tra pubblico e privato, e stimoli che possano tradursi in attività che abbiano ricadute economiche sul territorio.
Lavorare per obiettivi, valutare i risultati e comunicarli è la nuova sfida per una PA 2.0 che voglia occuparsi di governance, con la consapevolezza di ciò che produce, perché e come. In tutto ciò la trasparenza sarà la vera innovazione incentivata da un processo partecipativo dal basso, l’unico che possa effettivamente misurare la bontà dell’operato di un ente pubblico. Vedremo se in quest’ottica la riforma della Pubblica Amministrazione oggetto della legge delega 124/2015 potrà essere di incentivo.

Paola Chiesa

approfondimenti

Per saperne di più

L. 124/2015: Delega per la riforma delle amministrazioni pubbliche
Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 – Decreto Trasparenza
Elenco obblighi di pubblicazione vigenti
Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 – Codice dell’amministrazione digitale