Innovazione al servizio del benessere.

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Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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All’interno della nostra indagine sugli effetti dell’innovazione sulla società – dopo aver parlato di “Reti e infrastrutture” e “Agenzie di socializzazione”  – ci occupiamo ora dell’area “Benessere e salute”.
Un tema che si presenta quanto mai vasto. Nella definizione di benessere che ci propone Wikipedia, troviamo in particolare quella dell’OMS, che recita: “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”.

È chiaro che il benessere delle persone, inteso in senso sociale, dipende da molti fattori, che potremmo anche generalizzare con un’altra espressione molto utilizzata, “qualità della vita”, su cui convergono temi come lo stato dell’ambiente, dei servizi, le opportunità di lavoro, le disponibilità economiche, l’offerta culturale, il tempo di cui si dispone per dedicarsi a sé e agli altri.
Ma c’è un elemento senza il quale nessun altro avrebbe il medesimo valore, come ricordano i vecchi adagi “Basta la salute”, “Quando c’è la salute c’è tutto” e così via… Saranno, questi, anche repertori retorici ma, come tali, sono portatori di verità pure e semplici.
Una recente ricerca di Deloitte, il network di aziende che si occupa di servizi, conferma questo dato, proprio in relazione al concetto di innovazione, percepito – secondo tale ricerca – come un fattore di miglioramento del benessere. Riguardo alla salute in specifico si rileva infatti che: “…1 cittadino su 4 a livello europeo crede che la salute sia l’ambito dove l’innovazione può portare un contributo maggiore: per 1 cittadino su 3 l’innovazione aiuta a tenere più spesso sotto controllo la propria salute; abbiamo un buon livello di conoscenza dell’innovazione in ambito sanitario (3 cittadini su 4 conoscono i dispositivi wearables e 9 su 10 le app per il monitoraggio dello stile di vita).”
Val la pena allora puntare la nostra osservazione sul tema della salute, come cartina di tornasole del benessere collettivo, e valutare su di essa l’impatto dell’innovazione.

Prima di inoltrarci in argomento, facciamo una doverosa premessa, propedeutica al non venire tacciati di apologia di Big Data pur nel tono conversevole che si confà a un blog di condivisione di conoscenza qual è 6memes. La questione della salute solleva molti dubbi e precauzioni dialogiche, in quanto tocca argomenti sensibili, prime fra tutte la privacy e la sicurezza delle persone, la trasparenza nel trattamento e nell’interoperabilità dei dati stessi. Non si tratta dunque di disegnare uno scenario senz’altro idilliaco, ma di valutare quali opportunità si mostrano all’orizzonte.

Detto questo, a giudicare dalla quantità di risultati ottenuti dalle ricerche online sull’argomento, pare proprio che la tecnologia digitale e le applicazioni Big Data promettano grandi cambiamenti per la salute delle persone. Sia che impostiamo la questione dal punto di vista dei singoli, sia che consideriamo il punto di vista degli operatori di settore come i medici, oltre che quello delle piccole e grandi strutture che si occupano di salute pubblica, come gli ospedali. Si usa etichettare questo ampio ambito con i termini di sanità digitale che – sia detto per inciso – non sono in tutto sovrapponibili all’inglese e-health, in cui si fa riferimento appunto al concetto di salute più che a quello di sanità.

In questo senso anche l’utilizzo dei Social Media può essere un efficace mezzo di comunicazione tra popolazione e autorità sanitarie, per divulgare informazioni di pubblica utilità e per tenere sotto controllo i fenomeni, monitorarli attraverso le conversazioni (“una sorta di sorveglianza partecipata” è stata definita in questo articolo sui Big Data in sanità).
Infine, uno sguardo al paziente: in un futuro prossimo potrà avvalersi di cure in remoto attraverso app, IoT e wearables, ovvero a un sistema di costante monitoraggio in Rete dei suoi parametri vitali e sanitari, che gli conferirà una nuova consapevolezza del suo stato di salute (è stata definita patient digital empowerment), e che cambierà anche il suo rapporto con il medico.

Per saperne di più


www.corrierecomunicazioni.it
www.agenziafarmaco.gov.it

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