Pillole di pillole: curiosità e bizzarrie dell’origine dei farmaci.

Maps Group
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Otto anni fa iniziava l’avventura del blog #6MEMES, un luogo di conversazione tra tematiche tecnico-scientifiche e temi considerati di tipo umanistico, ispirato alle Lezioni Americane di Calvino.

In questi otto anni molto è cambiato e in maniera sostanziale: la cultura dei dati e del digitale è ormai dominante e i relativi settori di riferimento – comprese le contaminazioni culturali che li riguardano – sono diventati di dominio comune.

Per questo, nel 2022, il progetto #6MEMES ha raggiunto il suo traguardo e salutato i lettori.

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Quel che non uccide fortifica, è un modo di dire entrato da tempo nel linguaggio comune. Se questa affermazione è vera per le alterne vicende cui è sottoposta la vita di ciascuno, potrebbe essere coerentemente applicata anche alla materia di cui ci siamo occupati nella rubrica “Pillole di pillole. Storie non ordinarie della scoperta di farmaci e principi attivi”.
Pubblicata sui profili Social di Maps Group e Clinika, la rubrica prendeva le mosse dalla curiosità per la natura e l’origine dei farmaci. Farmaci che – inutile dirlo – hanno da sempre una specie di fascino magico.
Semplice sollievo da piccoli mali o salvavita per patologie gravi, a preparati, pozioni, medicamenti nella storia ci si è sempre rivolti, non solo per porre rimedio a dolori e sofferenze, ma anche inseguendo, attraverso di essi, una sorta di elisir di lunga vita.
Sarà per questo che la farmacia è un luogo speciale e misterioso, che ha un suo profumo e colore particolare, che si tratti di banconi liberty dietro cui si nasconde l’antro del farmacista o moderni e asettici scaffali, porto sicuro cui approdare quando siamo afflitti da mille e più mali.
E del resto, chi di noi non ha la sua personale farmacia domestica, come un piccolo scrigno apotropaico?

Ma torniamo al nostro incipit. Scorrendo l’elenco di nomi di farmaci e relative curiose storie di scoperte e vicende farmacologiche, abbiamo notato come spesso uno stesso principio attivo a diverso dosaggio possa essere benefico o dannoso. E come, in altre circostanze, un veleno o una tossina sono diventati veri farmaci.
È pur vero che il bugiardino di qualsiasi medicinale riserva liste interminabili di effetti collaterali (di fronte ai quali di volta in volta abbiamo la tentazione di non assumere il farmaco, oppure inspiegabilmente iniziamo ad avvertire proprio i sintomi descritti). Se dunque può sembrare banale la considerazione paradossale che un farmaco possa anche far male, in realtà del binomio veleno-cura abbiamo trovato conferma, in certo qual modo storica: è infatti nell’etimologia stessa della parola farmaco, poiché il greco phàrmakon significava appunto sia medicina che veleno.

Ecco allora comparire nella nostra lista di farmaci l’atropina, un alcaloide estratto da piante come la Belladonna il cui nome “Atropa Belladonna” appunto deriva da quella delle tre Parche che recideva il filo della vita. Pare infatti che nell’antichità l’estratto fosse utilizzato come veleno. Oggi invece l’atropina è d’uso in oculistica per la sua proprietà di dilatare la pupilla, ragione per cui la pianta porta anche il nome “Belladonna”, in quanto capace di conferire allo sguardo quella caratteristica di vaghezza che si attribuiva al fascino femminile. Insomma una storia che è un concentrato di mito e costume.
Anche il taxolo, estratto vegetale da una specie di tasso e utilizzato oggi nella cura di alcune forme di tumore, pare fosse usato in antichità per rendere velenose frecce e lance. La tossina proTx-II invece è una scoperta recente, estratta dal veleno della tarantola peruviana, potrà essere impiegata per contrastare il dolore neuropatico.

Come dimostrano questi stessi esempi, un “filone” molto produttivo della nostra rubrica riguarda l’origine vegetale, animale o minerale di principi attivi e sostanze medicamentose. È il caso, fra i tanti, del chinino estratto dall’albero della China e dei polifenoli dalle proprietà antiossidanti che si trovano nel tè verde (come saggezza orientale insegna). Il resveratrolo, antiossidante e antinfiammatorio, viene ricavato invece dalla pianta chiamata Polygonum Cuspidatum, e si trova anche nell’uva e nel vino rosso. L’allicina infine si ricava dall’aglio e ha proprietà antipertensive, antiossidanti e antibiotiche.

Andando alla ricerca di storie non ordinarie, abbiamo visto che spesso il caso ha giocato un ruolo da primo attore nella scoperta dei farmaci. La prima individuazione delle proprietà di quello che poi sarà il paracetamolo è avvenuta grazie a uno scambio di flaconi. Mentre l’eparina, che ha funzione anticoagulante, è stata scoperta da uno studente mentre cercava sostanze coagulanti nei tessuti (il nome viene dal greco hêpar ‘fegato’ dove si trova in quantità). Così anche la penicillina fu scoperta quasi per caso da Fleming nel 1929 (ma c’è un precedente italiano, lo studio del medico Vincenzo Tiberio nell’Ottocento) che notò l’eliminazione dei batteri in una coltura dove si era sviluppata muffa.

Infine, come si conviene a ogni relazione, diamo conto degli esiti, ovvero delle preferenze dei nostri follower sui Social. Quali farmaci hanno interessato di più su Facebook? Verrebbe da dire “o tempora o mores!” osservando le sostanze che hanno ottenuto più visualizzazioni, azzardandone un’interpretazione sociologica, come fossero un riflesso delle nostre moderne ansie e dei nostri tic. Si tratta infatti di principi attivi che contrastano ansia, depressione e invecchiamento, come la valeriana, nota fin dall’antichità per le sue proprietà calmanti. Curiosa anche la storia della tossina botulinica: scoperta grazie a una tossinfezione alimentare causata da salsicce, è stata impiegata prima come antispastico, poi in medicina estetica.
Anche per questa rubrica – come già per la rubrica “Viaggio attraverso il significato delle parole” – dobbiamo rilevare però la diversità di gusti del pubblico di Linkedin che invece ha mostrato curiosità per metformina (un antidiabetico che, sperimentato sui topi, ne ha ritardato l’invecchiamento), allicina e per il più comune acido acetilsalicilico.

Per concludere, abbiamo visto come molti dei principi attivi usati oggi siano in realtà provenienti dal passato. Ma il futuro? Quali scenari si prospettano per la farmacologia? Sembrerebbe che i Big Data sanitari, i progressi tecnologici e l’IoT, anche in questo ambito, promettano una nuova generazione di farmaci digitali: avremo ancora storie curiose di farmaci da raccontare? Noi scommettiamo di sì!

 

approfondimenti

Per saperne di più

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www.treccani.it
www.agenziafarmaco.gov.it
www.agenziafarmaco.gov.it/pdf